Lo tzunami che ha investito la Liguria provocato dall’inchiesta della procura di Genova che ha fatto scattare gli arresti domiciliari per il presidente della Regione Giovanni Toti, che governa la Liguria con il sostegno indiscusso del centrodestra, ha messo in luce metodi inaccettabili di fare politica e di gestire la cosa pubblica, volto solo alla gestione e alla spartizione del potere a scapito delle grandi emergenze di cui soffre la Liguria e inadeguato e carente per lo sviluppo sociale ed economico del territorio.
Non intendiamo strumentalizzare il momento critico che le istituzioni liguri stanno vivendo, attendiamo che la magistratura, unica che può emettere sentenze, faccia il suo corso rispetto alle singole responsabilità penali; tuttavia, non possiamo sottovalutare la pesante ricaduta di questo terremoto su tutti i livelli amministrativi e istituzionali della nostra regione, con il rischio di paralisi che ne può conseguire.
Da anni il Partito Democratico denuncia l’arroganza politica, il dispotismo e il sistema di potere di Toti e dal centrodestra che governano la Liguria, una politica che ha continuato a consegnare la regione a singoli segmenti del mercato e del profitto causando gravi danni alla sanità, alla scuola, al lavoro, alle infrastrutture, ai servizi sociali e allo sviluppo dei nostri territori.
Come Partito Democratico siamo preoccupati per il futuro dei tanti progetti di sviluppo proposti e richiesti e inseriti nel PNRR, e per lo stallo politico istituzionale che la Liguria non si può permettere. La giustizia farà il suo corso, nel frattempo è doveroso, però, che con senso di responsabilità Toti non faccia finta di niente trascinando con sé nel baratro la Liguria, ma faccia un passo indietro e si dimetta.
Noi pensiamo che serva per la nostra regione un deciso cambio di passo, perché la Liguria ha bisogno di guardare al futuro e avviare un reale processo di rigenerazione e sviluppo che in questi anni le è stato precluso.
Noi, come Partito Democratico, lavoriamo per perseguire questo obiettivo.